LE VITTIME DI ACCATTONAGGIO FORZATO
Il fenomeno dell’accattonaggio forzato coinvolge adulti e minori stranieri costretti in varie forme a mendicare. Le reti criminali organizzano il lavoro delle persone costrette a chiedere l’elemosina, decidendo le modalità dell’attività, raccogliendo i proventi e mantenendo le vittime in condizione di vulnerabilità e soggezione.
Le organizzazioni possono fare uso di violenza, di abuso o di minacce per punire o intimorire la vittima. Il fenomeno è presente soprattutto nei centri urbani medio-grandi ed è il risultato di una serie di fattori di attrazione ed espulsione (povertà, assenza di tutele sociali, conflitti intra/regionali) che coinvolgono persone provenienti soprattutto dai paesi dell’Est Europa (specie Romania) e del Maghreb, ma che negli ultimi anni coinvolge anche nuove fasce di migranti, come i richiedenti asilo, per lo più di provenienza sub-sahariana. Le vittime di accattonaggio forzato possono presentare condizioni multi-problematiche (salute, tossicodipendenza, problemi alloggiativi, lavorativi).
Da una recente ricerca europea, “Il Terzo settore contro l’accattonaggio forzato”, risulta che nelle cinque città italiane mappate quasi la metà delle persone censite si limita a chiedere soldi, ma l’altra metà offre qualcosa in cambio. È il caso dei venditori ambulanti, dei mendicanti che chiedono la moneta del carrello, dei venditori di rose e fiori oppure dei lavavetri.
A volte l’accattonaggio può accompagnarsi ad attività illegali quali il borseggio, i furti in appartamento e lo spaccio di sostanze illegali. In questi casi risultano coinvolti in prevalenza minori di origine rom, meno spesso est-europei e nordafricani, che possono essere minori non accompagnati oppure più spesso essere sfruttati da familiari o da organizzazioni criminali.
In letteratura si ritiene che le forme di sfruttamento più gravi associate all’accattonaggio forzato riguardino i minori est-europei. Per rendere più remunerativo il business, nell’accattonaggio forzato possono essere usate in modo strumentale persone con gravi disabilità psicofisiche e donne in evidente stato di gravidanza.
La rete Toscana
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POP WORK
Nasce a Firenze Pop Wok, un progetto inclusivo e solidale destinato a chi è invisibile, una mensa “safe” in grado di coniugare sussistenza, dignità e salute, contro ogni discriminazione di genere.
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PIATTAFORMA NAZIONALE ANTITRATTA
La Piattaforma Nazionale Anti Tratta ha come finalità il coordinamento degli interventi di tutela delle persone vittime di tratta e di grave sfruttamento. È una rete informale, aperta alla partecipazione di tutti gli enti e le organizzazioni che operano nel sistema italiano anti tratta e che ne condividono la Carta di Intenti.
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SEGNALA
COME SEGNALARE UNA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI Se conosci qualcuno che si trova in pericolo o ritieni possa essere vittima di tratta o sfruttamento puoi chiamare il Numero Verde Regionale anti tratta 800 186 086 per segnalare la situazione e ricevere informazioni. Nel caso in cui sei impossibilitato/a a farlo, riempi questo form (anche in forma […]