LE ATTIVITÀ ILLEGALI LEGATE ALLA TRATTA
Fra le principali attività illegali legate alla tratta, rientrano quelle collegate allo spaccio di sostanze illegali, ai furti e alla vendita al dettaglio di prodotti contraffatti. Dalle poche ricerche disponibili, emerge che le vittime sono in prevalenza minori di genere maschile, provenienti dall’Europa dell’Est, dal Nord Africa e dall’America del Sud. Riguardo alle modalità e agli ambiti di sfruttamento, variano in base alla zona di provenienza, e per i minori, all’età. Mentre i minori rom sono prevalentemente sfruttati per i reati predatori, i minori nord-africani lo sono nello spaccio di sostanze illegali.
I minori non accompagnati possono agire attività illegali con piccoli gruppi di coetanei, con i quali spesso condividono condizioni molto precarie di alloggio e di vita, oppure essere coinvolti nelle attività illegali dal gruppo familiare con cui vivono in Italia. La condizione di maggiore vulnerabilità è subita dai minori non accompagnati, che vengono sottoposti al controllo di terze persone, che possono agire verso le vittime forme di violenza e di ricatto. Tuttavia, non sempre queste attività configurano modalità di sfruttamento assimilabili alla tratta. In genere, le organizzazioni che gestiscono queste attività criminali sono piccole e poco strutturate.
Secondo il rapporto di ricerca europeo “TEMVI: minori e vittime di tratta tra vulnerabilità e illegalità“, “Le persone intercettate nelle attività criminali forzate sono infatti tutte segnate da situazioni di vulnerabilità individuale ascrivibili ad appartenenze familiari o comunitarie ove è evidente la mancanza di attenzione sul piano dell’intervento sociale a riguardo complessivamente dei livelli e della qualità delle condizioni di riproduzione in cui versano questi gruppi, rientranti a tutti gli effetti tra quelli che la Commissione europea in un recente studio sulla tratta ha definito “a rischio di tratta”. In altre parole, parliamo di persone che spesso presentano forme di disagio complesse segnate, oltre che dalla povertà economica da sempre associata a queste situazioni, anche sempre più estesamente da livelli di deprivazione culturale importanti e frequentemente dalla presenza di problemi di salute psichica”.
IL MATRIMONIO FORZATO
Il matrimonio forzato è definito come un matrimonio in cui una o entrambe le persone coinvolte, bambini o adulti, vengono fatti sposare contro la propria volontà, sebbene la pratica riguardi principalmente le donne. Secondo Monica Lanfranco: “I matrimoni precoci e/o forzati trovano infatti profonde radici negli squilibri di potere tra donne e uomini, in stereotipi e leggi che rispecchiano l’idea che la donna debba ricoprire un ruolo sociale e familiare subalterno, regolato da modelli patriarcali, sul consenso al controllo sociale sul corpo e sulle scelte sessuali delle donne. Tutto ciò rafforza il persistere di queste pratiche in molte comunità, dentro e fuori i paesi d’origine”. La diffusione di questo fenomeno varia in modo considerevole e si ritiene sia più diffuso in alcuni paesi africani e asiatici, come Afghanistan, India, Gambia, Niger, Mauritania, Iran, dove persiste una legittimazione culturale di stampo patriarcale di tale pratica.
In Italia e in Occidente il matrimonio forzato risulta essere imposto alle donne, spesso minori, dai genitori immigrati, che costringono i figli all’emigrazione nei paesi d’origine dei genitori o a contrarre un matrimonio indesiderato in Italia. Nel nostro paese coinvolge soprattutto donne giovani (anche minorenni) già presenti in Italia o giunte nel nostro Paese all’interno di un progetto migratorio che prevede per loro il matrimonio. Tra le comunità presenti in Italia più esposte al rischio figurano Bangladesh, Pakistan, India, Sri Lanka, Senegal, Ghana, Nigeria, Egitto, Marocco e Albania.
Particolare attenzione, nel trattare questo tema, va posto alla condizione di vulnerabilità, di condizionamento e di ricatto dalla rete familiare vissuta dalle vittime.
La rete Toscana
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POP WORK
Nasce a Firenze Pop Wok, un progetto inclusivo e solidale destinato a chi è invisibile, una mensa “safe” in grado di coniugare sussistenza, dignità e salute, contro ogni discriminazione di genere.
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PIATTAFORMA NAZIONALE ANTITRATTA
La Piattaforma Nazionale Anti Tratta ha come finalità il coordinamento degli interventi di tutela delle persone vittime di tratta e di grave sfruttamento. È una rete informale, aperta alla partecipazione di tutti gli enti e le organizzazioni che operano nel sistema italiano anti tratta e che ne condividono la Carta di Intenti.
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SEGNALA
COME SEGNALARE UNA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI Se conosci qualcuno che si trova in pericolo o ritieni possa essere vittima di tratta o sfruttamento puoi chiamare il Numero Verde Regionale anti tratta 800 186 086 per segnalare la situazione e ricevere informazioni. Nel caso in cui sei impossibilitato/a a farlo, riempi questo form (anche in forma […]