Coordinatore territoriale
Consigliera di Parità della Provincia di Arezzo
Rete Locale
Consigliera di Parità della Provincia di Arezzo
Comune di Terranova Bracciolini
SDS della Valdichiana Aretina
Rete Sociale
Attività, osservazioni e caratteristiche dell’azioni svolte nei territori della Provincia di Arezzo dagli operatori di primo contatto e degli interventi di prima assistenza e integrazione sociale svolti dall'Associazione DOG, in coordinamento con la Segreteria Tratta.
L’Unità di Strada, nel territorio della Provincia di Arezzo, svolge le seguenti azioni:
Mappatura del territorio;
Contatto con il target;
Invio ai Servizi del territorio;
Accompagnamento ai servizi del territorio;
La mappatura, intesa come descrizione quali-quantitativa di un fenomeno oggetto di analisi, e le azioni dell’Unità di Strada sono state finalizzate alla comprensione della declinazione locale/territoriale del fenomeno della prostituzione coatta, della tratta e dello sfruttamento a scopo sessuale nell’intero territorio della Provincia di Arezzo. L’obiettivo strategico di tale azione è quello di disporre di un profilo dettagliato e aggiornato nel tempo, grazie al quale poter stimare le possibili evoluzioni e le trasformazioni sociali e culturali del fenomeno in oggetto.
L’azione di mappatura ha ulteriori ricadute e finalità in termini di obiettivi strategici: essa permette infatti di il consolidamento della rete territoriale dei servizi socio-sanitari, l’incremento della sensibilizzazione e della conoscenza del fenomeno prostituzione e tratta nel contesto territoriale e la tutela della comunità locale rispetto alle ricadute del fenomeno stesso.
Nell’ambito delle uscite realizzate nel territorio, il contatto con il target ha permesso di realizzare azioni di prima emersione e identificazione della potenziale vittima di tratta e di sfruttamento sessuale. Nello specifico questa tipologia di lavoro permette di quantificare il numero delle persone che abitualmente stazionano o transitano nel territorio in prevalenza evidenziando: il genere, la provenienza e l’età o la presunta minore età. Mediante i contatti con il target inoltre si fa particolare attenzione ai bisogni emergenti.
L’Unità di Strada costituisce lo strumento operativo primario per il contatto diretto con il target nei luoghi e negli orari di presenza in strada.
Gli obiettivi strategici del lavoro dell’Unità di Strada riguardano la realizzazione di tutta una serie di azioni, quali:
Attività di primo contatto ed emersione
Prima assistenza (distribuzione di beni di prima necessità);
Prevenzione dei rischi;
Tutela sanitaria (distribuzione di materiale igienico-sanitario e di prima profilassi);
Promozione dei diritti;
Facilitazione di un primo accesso ai Servizi del territorio;
Informazione (erogazione di informazioni volte a promuovere, nella popolazione target, la conoscenza del progetto SATIS, dei servizi territoriali e del Numero Verde antitratta, unitamente ad una maggiore conoscenza e consapevolezza dei propri diritti di cittadinanza).
Sportello drop-in/punto informativo nella duplice funzione di azione di primo filtro alle richieste di intervento provenienti sia dalla rete istituzionale che dal target, per l’emersione del fenomeno, lo sportello risponde alle richieste di intervento provenienti dal target in funzione della promozione e della autodeterminazione dei diritti di persone che vivono in situazione di marginalità. È il servizio di consulenza sia per il target che per i cittadini, strutturato in un setting ben preciso dove poter esplicitare problematiche e richieste. Lo Sportello Informativo è aperto il lunedì e il mercoledì dalle 9:30 alle 12:30, il drop-in il giovedì dalle 14:30 alle 16:30. È possibile contattare le operatrici al numero di telefono 0575 301828.
L’équipe dell’accoglienza è composta da figure professionali formate sia in ambito educativo, etno-antropologico, psicologico che legale e, se necessario, da mediatrici linguistico-culturali. In particolare vengono messe in atto le seguenti azioni:
- Attività di primo contatto
- colloqui di sostegno e di elaborazione della richiesta dell’utente in un’ottica di empowerment,
- Colloqui con utenti degli gli enti della rete afferenti al binario CAS – SPRAR per l’identificazione delle vittime di tratta all’interno del circuito dei Richiedenti asilo/Protezione Internazionale
- Azioni pro-attive multi-agenzia di identificazione delle condizioni di vittime di tratta inviate dalle Commissioni Territoriali (preliminare identificazione, valutazione del caso ai fini dell’inserimento in adeguato programma di protezione, informazione dei diritti)
- Informazione e consulenza legale
- Consulenza psicologica,
- Educazione all’accesso ai servizi del territorio.
- Accompagnamenti sanitari volti alla tutela della salute e alla riduzione del danno,
- Orientamento, invio e accompagnamento ai servizi della rete territoriale e nazionale dei progetti che operano nell’ambito della tratta e dello sfruttamento (art. 18 D.Lgs. 286/98)
- Ascolto attivo e relazione di aiuto
- Risposta alla domanda e/o offerta di percorsi di uscita dalla condizione di sfruttamento.
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Sportello drop-in/punto informativo
l’Ufficio Pari Opportunità della Provincia di Arezzo
Piazzetta Logge del Grano, Arezzo
Telefono 0575 30181
Orario di Apertura al pubblico:
dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e
nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle ore 15.30 alle ore 17.30
I colloqui avvengono anche presso le strutture CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) e la RETE SAI (Sistema accoglienza Integrazione)
Nel territorio della provincia di Arezzo è stato sviluppato e consolidato il raccordo sinergico tra il lavoro delle unità di strada di mappatura e contatto, le operatrici del drop-in, lo SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e gli enti gestori del servizio di prima accoglienza di cittadini stranieri richiedenti/titolari protezione internazionale, con particolare riferimento alle donne accolte.
In particolare il raccordo tra il sistema di protezione delle vittime di tratta e/o sfruttamento e il sistema a tutela dei richiedenti/titolari di protezione internazionale (Dlgs 142/2015) è agevolato dalla collaborazione e il consolidamento della rete dei soggetti coinvolti, con particolare riferimento e coinvolgimento della Prefettura di Arezzo, dei soggetti gestori del servizio di prima accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, della Commissione Territoriale di Firenze - Sezione distaccata Perugia e dell’ARCI Regionale in qualità di soggetto gestore della rete SPRAR e la Provincia di Arezzo in qualità di Ente Proponente dello SPRAR di Arezzo.
E’ già attiva la procedura di segnalazione e invio da parte della Commissione Territoriale di Firenze – Sezione Perugia delle donne richiedenti protezione internazionale e accolte nei servizi di prima accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale all’Associazione Pronto Donna, in qualità di Ente attuatore del Progetto SATIS per il territorio della provincia di Arezzo se in sede di Audizione ne rilevino l’opportunità.
La Commissione invia al Pronto Donna l’autorizzazione della Sig.ra ad essere contattata e successivamente le operatrici procedono a fissare un primo colloquio di contatto che, sempre su volontà della persona, potrà proseguire fino ai termini indicati dalla Commissione stessa, entro i quali sarà redatta e inoltrata relazione così come indicato dalle linee guida UNHCR (Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati) per l’identificazione delle vittime di tratta.
Con il progetto locale SPRAR è prevista una forma di collaborazione per la segnalazione e l’invio allo sportello drop-in delle vittime e/o potenziali vittime accolte e la successiva condivisione del progetto individualizzato della stessa.
Sono previsti inoltre momenti di scambio e di confronto sulle buone prassi, specie per ciò che concerne le attività di consulenza legale (doppio binario, stesura memoria nel caso di donne vittime di tratta ma con permesso per richiedenti asilo).
L’attuazione dei programmi art. 18 D.Lgs. 286/98 si articola a carattere individualizzato attraverso una metodologia che identifica obiettivi e tempi di realizzazione diversificati a seconda dei bisogni di sicurezza delle vittime, della volontà e della loro determinazione a sviluppare competenze e abilità. Lo sviluppo dei programmi individualizzati si articola attraverso una presa in carico dell’equipe multisciplinare (legale, psicologa, educatrici, etnoantropologa).
- Struttura di accoglienza ad indirizzo protetto per la protezione immediata e di prima assistenza volta a tutelare e accompagnare le persone nel primo momento di fuoriuscita dalla condizione di assoggettamento. La struttura di prima accoglienza può espletare, qualora se ne ravvisi la necessità, la funzione di casa rifugio all’interno della quale vengono espletate tutte le necessità delle utenti (spesa domiciliare, consulenze legali, psicologiche a domicilio per permettere un livello di protezione adeguato);
- Condivisione e firma del Programma di Protezione;
- Check-up sanitario ed eventuali accompagnamenti sanitari sul territorio urbano ed extra-urbano;
- Valutazione dello stato di salute psico-fisico ed eventuali cure mediche;
- Consulenze psicologiche, a domicilio se necessarie;
- Raccordo con i servizi sociali di riferimento per l’eventuale presa in carico delle beneficiarie e progettazione congiunta, nei casi in cui la beneficiaria sia accompagnata da figlio/a minore, si può prevedere l’iscrizione per la residenza anagrafica con domicilio presso gli uffici del CPO della Provincia o il altra sede ritenuta opportuna dai Servizi Sociali;
- Consulenze legali ed eventuale accompagnamento alla denuncia per attivazione del percorso giudiziale;
- Richiesta di rilascio dei documenti e disbrigo pratiche amministrative: permesso di soggiorno ai sensi art. 18 D.Lgs 286/98 (o altro status giuridico es: espletamento pratica del C3 e fotosegnalamento), codice fiscale, tessera sanitaria, passaporto, eventuali ricongiungimenti famigliari
- Vitto e vestiario;
- Colloquio con educatrice di riferimento e stesura del progetto individualizzato;
- Mediazione linguistico-culturale attivata a necessità.
Nella seconda fase del Programma, i percorsi sono attuati in una logica di integrazione sociale di II livello personalizzato, integrato e multidimensionale di inclusione attiva, di integrazione e autonomia personale tesi a favorire i processi di integrazione, autonomia e empowerment mantenendo un’articolazione a carattere individualizzato e la presa in carico da parte dell’equipe multidisciplinare (legale, psicologa, educatrici, etnoantropologa), attuando più specificatamente le seguenti azioni:
- Struttura di accoglienza residenziale ad indirizzo protetto
- Consulenze psicologiche
- Consulenze legali e accompagnamenti legali per ottenimento dei documenti e relativi rinnovi
- Colloqui con educatrice di sostegno e follow up delle attività in riferimento al progetto individualizzato;
- Alfabetizzazione e iscrizione presso corsi di italiano organizzati dagli enti afferenti al Terzo Settore presenti sul territorio;
- Alfabetizzazione Informatica organizzata dalle realtà presenti sul territorio
- Orientamento al lavoro e bilancio delle competenze/risorse;
- Laboratorio geografico volto all’acquisizione e alla conoscenza del territorio e dei servizi presenti su esso
- Iscrizione al Centro Per Impiego
- Corsi di formazione
- Attivazione di Tirocini-Formativi
- Erogazione di Vitto e Vestiario
- Erogazione del Pocket Money giornaliero
I tempi di realizzazione delle azioni volte all’inclusione sociale-lavorativa e alla motivazione e empowerment sono soggette alla flessibilità coerente con i tempi di ogni singola persona presa in carico.
Reinserimento socio-lavorativo:
- Accompagnamento per la fruizione dei servizi del Centro Impiego sulle politiche attive del lavoro (tirocini garanzia giovani, etc.);
- Attraverso l’intesa strutturata tra la segreteria tecnica e i servizi sociali coinvolti, saranno attivati percorsi sociali di formazione e/o inserimento lavorativo.
Autonomia
Con l’obiettivo di sviluppare il processo di inclusione, integrazione e socializzazione delle beneficiarie nella fase di autonomia del loro percorso, si prevede di:
- Ideare delle attività laboratoriali tra le donne beneficiarie e alcuni spazi del terzo settore/volontariato attivi nel territorio;
- Entrare a far parte della rete degli orti sociali del territorio;
- Messa in rete di risorse e attività proposti da altri soggetti istituzionali e non, per l’attuazione di strumenti conciliazione tempi-lavoro per le donne accolte con figli (es: corsi di italiano in spazi che prevedono servizio di ludoteca, etc) e attività di approfondimento su tematiche orientate all’autodeterminazione e all’empowerment.